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Tanto quanto le persone credenti, anche i non credenti probabilmente desiderano un rito funebre che rispetti quelle che sono state le proprie convinzioni in vita. Il tema dei funerali civili non è disciplinato da nessuna normativa morale, se non da quella del buonsenso e del rispetto delle volontà della persona

In questa guida ai funerali civili vogliamo spiegare più nel dettaglio cosa è di buon gusto scegliere in questi casi, per essere il più possibile rispettosi dei desideri del defunto

Il funerale civile: la libertà dell’organizzazione

Il funerale civile è essenzialmente la cerimonia dedicata a chi non vuole avere, alla propria scomparsa, legami con nessun culto religioso. Viene scelto da e per chi è ateo o agnostico, o se per qualche motivo non è nota l’appartenenza del defunto a nessun culto. 

La cerimonia non è, come abbiamo detto, disciplinata da nessuna normativa specifica, se non quelle nazionali e regionali valide per tutti i funerali e dal buonsenso di chi organizza la cerimonia. L’imperativo durante i funerali civili o laici è solamente di rispettare i desideri e le convinzioni della persona in vita

L’organizzazione di questo genere di riti è dunque del tutto libera e discrezionale a seconda della presenza di un testamento, di volontà rese note ai familiari o delle scelte dei cari più prossimi, che dovrebbero in ogni caso rispettare i desideri del defunto, anche se molto diversi dai propri. 

La principale difficoltà di celebrare un rito funebre laico

Già da anni, dal 1997 nello specifico, è stato formalmente richiesto ad ogni comune di dotarsi di sale accoglienti e dignitose per la celebrazione dei riti funebri laici, che potessero venire usate dalle famiglie senza che fossero connotate da elementi religiosi.

Nelle grandi città è stato possibile adibire alcuni locali per questa funzione: a Roma ci sono tre sale del commiato (al Tempietto egizio, in Verano, al Cimitero di Prima Porta e a Ostia), a Bologna è presente all’interno del Cimitero Monumentale della Certosa, a Milano è in uso il Tempio civile del Cimitero di Bruzzano, a Firenze viene impiegata una sala apposita di Villa Vogel. 

Nelle piccole cittadine e nelle province la situazione è molto più delicata. Lo Stato Italiano, formalmente laico, non ha spesso adempiuto a questa richiesta nazionale. Dunque le famiglie devono accontentarsi, se il tempo lo permette, di cerimonie all’aperto nei cimiteri, o, purtroppo, venir meno alle richieste del defunto e far celebrare l’ufficio in una chiesa

Chi officia il funerale laico

Non essendo presente un ministro del culto, le possibilità di celebrazione del rito laico sono due: 

  • Un familiare o un amico si incarica di eseguire la funzione, ordinando i discorsi dei presenti e presentando le proprie parole di commiato e conforto alla famiglia; 
  • Alcuni grandi comuni mettono a disposizione operatori specializzati che possono dare conforto alla famiglia e agli amici e officiare il rito. 

Se queste due possibilità non fossero per qualche motivo praticabili, è  anche possibile rivolgersi ai celebranti formati dall’UAAR (l’Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti), presenti in tutto il Paese ed elencati nel progetto Cerimonie Uniche, i quali celebrano riti di commiato nel rispetto delle convinzioni del defunto in un’ottica laica e areligiosa.

Cosa scegliere per il funerale laico

La grande libertà di un funerale laico è costituita anzitutto dalla possibilità, per la famiglia, di seguire tutte le inclinazioni che il defunto aveva in vita. Non ci sono vincoli per gli arredi o la musica: è possibile usare semplicemente quella più amata.

Un appassionato di lettura o di poesia potrebbe sicuramente gradire che i passaggi dei libri più amati sostituiscano i discorsi; chi è stato per anni impegnato in cause di beneficenza gradirebbe senza dubbio che le offerte per i fiori venissero utilizzate piuttosto per una donazione ad un ente caritatevole.

Se la famiglia lo desidera o il gesto fa parte delle volontà della persona è possibile organizzare un brindisi o un piccolo rinfresco: la tradizione culturale italiana non lo prevede, ma in nord America è una pratica diffusissima e che dà conforto agli amici e alle famiglie, perchè esorcizza la paura del momento e consente di celebrare la ritrovata tranquillità del defunto. 

Ovviamente, la stessa libertà vale per la modalità di trattamento del corpo: c’è chi desidera donare i propri organi, offrire la propria salma agli studi scientifici, venire sepolto o cremato (con le ceneri portate in un cimitero, tenute a casa dai parenti, sparse in un luogo caro come un parco, un bosco o un lago). Decaduto il vincolo religioso, le sole istruzioni sono quelle date dalle volontà e dalle inclinazioni della persona

Seguire le inclinazioni del defunto o delle famiglie?

Quando ci si trova di fronte alla volontà di celebrare un rito laico si può essere tentati di rifiutare, specie in caso di convinzioni familiari molto forti e diverse da quelle del defunto.

È una reazione comprensibile: forse in vita le convinzioni della persona sono state motivo di attrito con i cari e si pensa che la morte sia il momento per eliminare le disparità. Inoltre, non possiamo mai dimenticare quanto dolore provochi la scomparsa di un amico o di un familiare: forse in una circostanza differente la famiglia agirebbe in modo molto diverso. 

In generale è però buon uso e buona educazione rispettare le volontà chiare fissate dal defunto (per esempio in un testamento) oppure, se non ha lasciato disposizione specifiche, seguire solo le inclinazioni in nome delle quali ha vissuto la propria vita

Le normative che valgono per ogni funerale

Le norme che regolano la sicurezza dei funerali sono incluse nel DPR n. 285 del 10 settembre 1990, detto anche “Regolamento di Polizia Mortuaria”. Le norme sono moltissime e probabilmente non è utile, per la famiglia dello scomparso, conoscerle nel dettaglio.

Spesso infatti ci si affida direttamente all‘impresa di pompe funebri per avere il supporto burocratico necessario in un momento tanto difficile.

Se il decesso avviene in casa, la compilazione dei documenti e la notifica della morte spetta al medico necroforo o al medico di famiglia. Se avviene in ospedale sarà il team lì presente ad occuparsi della burocrazia.

Se il decesso è avvenuto in circostanze poco chiare o a seguito di un crimine, le autorità che si occupano delle indagini potrebbero disporre accertamenti autoptici. Una volta eseguita tutta la procedura burocratica, la famiglia potrà contattare l’agenzia di pompe funebri che ha scelto per avviare il rito di preparazione del corpo.

In Italia è necessario che il corpo sia posto in un cimitero e in una bara o un’urna cineraria a seguito della cremazione del defunto (che invece può essere conservata in casa). Le ceneri possono essere sparse in un luogo naturale, come un bosco o il mare ad una certa distanza dalla costa, ma non vicino a luoghi abitati per ragioni igieniche. In generale, le agenzie di pompe funebri sono sempre disponibili a spiegare i dettagli alle famiglie e a suggerire la miglior via di azione. 

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