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Quando si affronta la dolorosa spesa per il funerale di un proprio caro una delle cose da tenere in considerazione è la possibilità di
avere delle detrazioni riguardo le spese sostenute.

Vediamo di cosa si tratta e quali sono gli estremi di questa possibilità.

Detrazioni spese funebri 2020: la norma

La legge di bilancio 2020 ha confermato la possibilità di detrarre una quota delle spese sostenute per l’organizzazione di un funerale.

Per il 2020 la detrazione sui costi delle onoranze funebri ammonta al 19% della spesa valida e come per altri tipi di agevolazioni previste dalla legge di bilancio si applica solo alle spese tracciabili con pagamento elettronico: questo significa che la detrazione del 19% si potrà applicare solamente su spese dimostrabili e con pagamenti elettronici, escludendo quindi le prestazioni pagate in contanti.

La norma sulla detrazione delle spese funebri prevede anche una soglia massima di spesa su cui è possibile applicare il 19% di detrazione.

La soglia per il 2020 è attualmente fissata a 1.550 euro, portando pertanto il massimo della detrazione disponibile alla cifra di 294,50 euro, che dovranno essere ripartiti fra quanti si sono fatti carico della spesa.

Una delle novità introdotte dalla legge di bilancio 2020 in norma di spese funebri prevede infatti la possibilità che la detrazione possa essere richiesta non solo da un parente del defunto ma anche dalla persona che materialmente corrisposto la cifra a copertura della spesa per il servizio di onoranza funebre.

Altra cosa importante da specificare è la cumulabilità della detrazione: la soglia del 19% su 1.550 euro non è infatti cumulabile su più eventi luttuosi ed è da considerarsi solo su base annuale.

Pertanto nella malaugurata ipotesi di due lutti nel corso dello stesso anno, la cifra massima detraibile di 294,50 euro dovrà essere ripartita tra due distinti servizi funebri.

Infine una precisazione importante: ai fini della detrazione è valevole il principio di attualità, ed è importante perché significa che lo sgravio fiscale si potrà attuare solo in seguito ad un decesso da cui derivano spese funerarie e non per l’acquisto di loculi o tombe familiari effettuate prima della morte di una singola persona.

I documenti per la detrazione delle spese funebri 2020

Come per molte altre detrazione anche per sfruttare questa possibilità è necessario presentare documentazioni che attestino l’avvenuta spesa e segnalare la stessa sui moduli per la presentazione della dichiarazione dei redditi.

Pertanto tutti i soggetti che intendono avvalersi della possibilità di detrazione delle spese funebri dovranno necessariamente:

  • Mantenere la documentazione di fatture o ricevute fiscali rilasciate dall’agenzia di pompe funebri;
  • Conservare gli attestati di pagamento dei diritti cimiteriali versati al comune di residenza;
  • Annotare a parte chi partecipa alle spese con una scrittura privata, in caso di pagamento effettuato da più persone per avere la ripartizione della spesa.

La richiesta della detrazione si effettua attraverso la compilazione del modulo 730 (scaricabile qui) che da quest’anno prevede le righe relative a questa detrazione già all’interno del modulo precompilato.

In alternativa si può effettuare la procedura anche con la compilazione del modello UNICO. In entrambi i casi il codice di spesa è il 14.

Quali sono le spese funebri che si possono detrarre?

Ma quali sono nel dettaglio le spese funebri che si possono detrarre ai fini dello sgravio fiscale previsto dalla legge di bilancio 2020?

Come accennato in precedenza si tratta di tutte le spese sostenute per la cerimonia funebre a seguito di un decesso, andando quindi ad escludere eventuali acquisti di spazi cimiteriali con largo anticipi rispetto agli eventi luttuosi.

Sintetizzando possiamo dire che tutte le spese detraibili sono quelle relative al servizio funebre quindi nel dettaglio:

  • Servizio di trasporto al cimitero;
  • Sistemazione della salma (loculi e bara);
  • Organizzazione della cerimonia.

Tutte queste spese sono valide ai fini della detrazione anche se sono sostenute all’estero. La norma infatti prevede che venga data la possibilità di applicazione dello sgravio fiscale, a patto che la documentazione attestante sia corredata da una traduzione giurata in lingua italiana.

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