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Un sempre crescente numero di persone, anche in Occidente, sceglie di optare per sé o per i propri cari per la pratica funeraria della cremazione. La prassi è stata ormai largamente sdoganata anche in Europa e sono moltissime le agenzie di onoranze funebri che offrono, su richiesta, questo servizio. Analizziamo insieme le caratteristiche della pratica della cremazione, sperando di fornire informazioni utili riguardo questa pratica.

Come avviene la cremazione

Iniziamo definendo con precisione cosa s’intende per cremazione di un defunto.

Il corpo viene affidato all’agenzia di onoranze scelta per il trattamento. La famiglia e gli amici possono, ovviamente, presenziare al rito per essere vicini al caro scomparso. Il divieto riguarda solamente l’avvicinamento al forno, per ragioni di sicurezza. Il corpo viene trasportato in una struttura detta forno crematorio, e posto all’interno.

La temperatura del forno è estremamente elevata: intorno ai 1.000 gradi. A seconda della taglia della persona, del tipo di bara scelta e delle caratteristiche del forno, è necessaria circa un’ora e mezza per il completamento dell’operazione.

Le ceneri e i frammenti ossei vengono raccolti, separati dalle parti metalliche (come le viti e i chiodi della bara) e posti in un’urna, scelta e personalizzata dai familiari o secondo le disposizioni della persona. L’urna viene dunque affidata a chi dovrà decidere del suo trattamento.

A questo punto è possibile tumularla in un settore apposito dei cimiteri, utilizzare una tomba classica, portarla a casa, lasciarla in un luogo caro alla persona scomparsa o spargere le ceneri all’aperto.

Legge e prassi italiana riguardo la cremazione

La prassi di comportamento per la disposizione delle ceneri del defunto è uno dei punti su cui è necessario fare chiarezza.

Lo Stato Italiano consente ad oggi di consegnare le ceneri del defunto alla famiglia. Si può scegliere di conservarle in un cimitero o in casa, di spargerle in luoghi privati o naturali (come boschi, mari, campagne), purché il rito venga eseguito lontano da aree urbane, per evitare problemi di turbamento emotivo dei cittadini e di igiene.

Ancora oggi, però, solamente il 29% dei riti funebri viene eseguito tramite le modalità della cremazione. Per molte persone è ancora viva, infatti, la convinzione religiosa della conservazione del corpo; inoltre, i crematori attivi in nel nostro paese sono prevalentemente nel Nord Italia.

Questo specifico elemento del rito funebre è normato dalla legge numero 130 del 30 Marzo 2001, che esplicita in maniera chiara come non costituisca reato la dispersione delle ceneri del proprio caro sulla base delle volontà espresse dal defunto.

Come accennato in precedenza l’unico limite è quello dell’evitare problemi d’igiene e turbamento emotivo e quindi tale pratica dev’essere comunicata e autorizzata dall’ufficiale di Stato: in caso contrario (o anche nel caso vengano disattese le richieste del defunto) si rischia la reclusione da 2 mesi fino ad 1 anno e un’ammenda che varia da 2500€ a 12.500€.

Come richiedere l’autorizzazione per la dispersione delle ceneri

Per procedere alla dispersione delle ceneri secondo le volontà del defunto ci si dovrà quindi recare presso il proprio comune di appartenenza per avere la relativa autorizzazione.

Nei comuni più piccoli questa viene gestita senza particolari richieste da compilare, mentre per comuni di maggiori dimensioni la questione è leggermente diversa.

Un esempio è quello del Comune di Venezia, luogo molto ricercato per questa pratica anche da chi non necessariamente vive nel capoluogo veneto al momento del decesso: essendo una città famosa in tutto il mondo non sono rari i casi di persone che desiderano riposare per sempre a Venezia e a questo proposito il comune ha stilato delle linee guida precise.

Per la dispersione su suolo pubblico, il comune ha individuato le seguenti modalità:

  • Bosco di Mestre (area del Bosco di Zaher retrostante il monumento commemorativo);
  • Mare Adriatico a 700 metri dalla costa;
  • Laguna Nord: nella zona retrostante il Cimitero di San Michele lato sud;

Per effettuare la richiesta è necessario compilare il modulo apposito messo a disposizione dal Comune di Venezia stesso.

Anche per quello che riguarda la dispersione in cimitero o il mantenimento a casa è necessario interfacciarsi con il comune, per questo è sempre consigliabile in questi momenti farsi affiancare dall’Impresa di Pompe funebri scelta l’organizzazione del funerale.

Il costo del rituale di cremazione

I fattori che influenzano il costo del rituale di cremazione sono molti. Elenchiamo i principali:

  1. Tipologia della bara scelta
  2. Tipologia dell’urna scelta
  3. Tipologia del rituale di sepoltura scelto (perchè dovrà, eventualmente, essere costruita la lapide)
  4. Distanza dal crematorio e dal cimitero, e conseguente scelta del tipo di carro
  5. Pratiche di cura del corpo, come il lavaggio o la vestizione
  6. Desiderio di avere composizioni di fiori durante il rito

Il prezzo di un rito per cremazione è di circa 520 euro, a cui verranno sommate tutte le altre spese funebri e cimiteriali. Un rituale di piccole dimensioni, con un’urna semplice e lasciando che sia l’agenzia funebre ad occuparsi delle pratiche burocratiche, potrà costare indicativamente tra i 1300 e i 1700 euro.

La cremazione degli animali domestici

La scomparsa di un animale domestico può comportare un estremo dolore per la famiglia e i proprietari.

Esistono agenzie di onoranze che si occupano anche della cremazione degli animali di compagnia, con pratiche a norma di legge. La prassi è richiesta da sempre più persone, tanto quanto quella per gli defunti.

Generalmente, è più facile reperire i contatti di questi professionisti tramite il veterinario di fiducia, che saprà suggerire la miglior soluzione del caso, oppure affidandosi agli uffici generali del comune di residenza che sapranno indicare la procedura da seguire in questi casi.

La pratica della cremazione: cenni storici

I primi resti umani sottoposti a cremazione sono stati ritrovati in Australia. Si stima che questo rito funebre venne celebrato circa 17.000 anni fa. Nei secoli successivi alcune civiltà hanno adottato la pratica come una consuetudine culturale.

Le maggiori resistenze nel mondo antico vennero propugnate dalle popolazioni assire, babilonesi, sumere ed egizie: le convinzioni religiose di questi popoli hanno scoraggiato la degradazione del corpo dei defunti. Per questa ragione vennero preferiti altri rituali, come l’imbalsamazione.

Pare che i Fenici praticassero invece sia la sepoltura che la cremazione; forse, come in tempi odierni, la scelta spettava alla famiglia della persona scomparsa. In India è ancora oggi pratica comune effettuare una cremazione rituale che purifichi lo spirito del defunto e gli consenta una reincarnazione più facile.

Uno dei passaggi più commoventi dell’Iliade, il poema greco scritto da Omero in onore della guerra dell’antica Ilio -o Troia- recita:

Del Pelíde al comando obbedïenti/Con larghi sprazzi di vermiglio bacco/Di tutto il rogo ei spensero alla prima/Le vive brage, e giù cadde profonda La cenere. Adunâr quindi piangendo/Del mansueto eroe le candid’ossa;/Le composer nell’urna avvolte in doppio Adipe, e dentro il padiglion deposte, Di sottil lino le coprîr

Il campione greco Achille ordina di cremare il corpo dell’amico Patroclo, ucciso in duello da Ettore, principe della città assediata. è molto probabile che in tutta la Grecia antica fosse diffusa la scelta della cremazione, trasversalmente per tutti i ceti sociali, sia per rispettare le credenze religiose, sia per motivi di carattere igienico.

In Italia e in generale nei paesi a maggioranza cattolica la situazione è sempre stata molto differente. I dogmi religiosi impongono un trattamento per i defunti che non ne degradi il corpo. La sola deroga a questa prescrizione venne fatta nel 1600, durante una delle più spaventose epidemie di peste bubbonica, nella città di Napoli. In quell’occasione, per limitare i casi di contagio, si rese necessario eliminare i corpi in modo più deciso. Successivamente, gli editti napoleonici imposero l’inumazione come prassi.

Dagli anni ‘60 la posizione della Chiesa si è molto ammorbidita. Prima è stato concesso il rito funebre per le persone che avevano scelto la cremazione, purchè non appartenenti a culti differenti. Successivamente si è scelto di suggerire l’inumazione o la tumulazione, ma è stata apertamente concessa anche la cremazione. L’unico limite imposto è, ancora oggi, la conservazione delle ceneri in cimitero, in un’urna, sebbene la Legge Italia consenta questa scelta purchè effettuata lontano dai luoghi urbani.

In altri paesi occidentali, come gli Stati Uniti, è invece possibile conservare l’urna in casa, per chi lo desidera, o spargere le ceneri in un luogo scelto dalla famiglia o dalla persona defunta.

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